Tutti noi quando riceviamo un complimento, riusciamo a raggiungere un obiettivo desiderato, prendiamo un buon voto o concludiamo il nostro percorso di studi con il massimo dei voti proviamo emozioni di gioia, orgoglioso e soddisfazione che incidono positivamente sull'autostima e sul senso di efficacia personale. A tutti piace sentirsi riconosciuti, apprezzati, efficaci, competenti e capaci. Ed è assolutamente normale! Ma che succede quando vogliamo essere a tutti i costi i primi della classe? E soprattutto qual è il prezzo che paghiamo per esserlo? In generale, la sindrome del primo della classe è caratterizzata dalla tendenza pervasiva a ricercare l'eccellenza e a voler primeggiare nella maggior parte dei contesti e delle situazioni (lavorative, sociali, relazionali e familiari) della vita quotidiana nel tentativo, più o meno conscio, di proteggersi da profonde autocritiche e da sentimenti penosi di colpa e/o vergogna. Chi soffre della sindrome del primo della classe finisce infatti per sentirsi sbagliato, incapace, privo di valore e inadeguato ogni qualvolta non riesce a essere abbastanza performante o si trova ad affrontare situazioni in cui ha commesso qualche errore e/o ha fallito. Si dimentica che anche sbagliare è normale! Così il primo della classe si impegna in una ricerca infinita e spesso estenuante di perfezione che si traduce nella tendenza a investire tutte le proprie risorse fisiche, psichiche ed emotive in tutto ciò che fa a prescindere da quanto autenticamente gliene importi. Ciò significa che essere primo della classe è così importante per la propria autostima da far passare in secondo piano la possibilità di chiedersi cosa desidero, cosa mi piace, cosa mi interessa e cosa mi appassiona. Pertanto, questa smania di successo rosicchia inesorabilmente il contatto con le parti più autentiche di sé. Gli effetti collaterali di questa sindrome possono comprendere la difficoltà a rilassarsi e a godere del tempo libero, la tendenza a preoccuparsi eccessivamente del giudizio altrui e ad agire in funzione di esso, la propensione a iper-investire nel lavoro e l'inclinazione a sperimentare intensi vissuti di ansia e angoscia in tutte le situazioni che espongono alla valutazione (per es. esami, concorsi, colloqui di lavoro ecc..). In genere, chi vuole essere il primo della classe ha fatto esperienza di genitori che reagivano con orgoglio, soddisfazione e affetto di fronte ai successi ma al contempo erano prodighi di rimproveri, critiche, disinteresse o allontanamento emotivo in caso di parziale successo e/o insuccesso. Può sviluppare la sindrome da primo della classe anche chi è stato sempre e solo svalutato, criticato e offeso dai genitori senza mai ricevere un complimento: il perfezionismo diviene un modo disperato e mai efficace per raggiungere quell'ammirazione e quell'amore mai ottenuti nel corso della propria infanzia e della propria adolescenza. Uno psicologo o uno psicoterapeuta esperto può aiutarti a capire perché cerchi a tutti i costi di essere il primo della classe e a sostenere quella parte di te che desidera liberarsi da quell'idea malsana per cui per avere valore devi stare necessariamente sul podio. Ricorda: non è un numero, un evento o un'opinione a stabilire il tuo valore!
Dott.ssa Federica Genova